Particolarità su Tolmezzo

 

 

RICERCA SULLE RADICI

 

DELL'ASSUNTO

 

“CARNIA FIDELIS”

 

 

 

 

Indice 

 

1. Ricerca
2. Considerazione
3. Considerazione - marzo 2009
4. Bibliografia
5. Versione scaricabile

 

 

1

 

 

 R I C E R C A

 

 

 

Date ed avvenimenti importanti della storia di Tolmezzo e della Carnia nel Medio Evo (anche in relazione alla storia d’Italia e d’Europa) per la ricerca dei fondamenti storici delle affermazioni latine usate in Carnia ed in Friuli:

- "Carnia fidelis" (Carnia fedele)

- "Carnia fidelis spelunca latronum" (Carnia fedele spelonca di ladri)

 

 

42 a.C. (poco dopo)

 

Ottaviano Augusto, ancora triunviro, costituisce Forum Iulium Carnicum (oggi Zuglio, che prende il nome da Giulio Cesare e dal popolo dei Carni).

Con l’Impero Romano la lingua latina si diffonde in Friuli e in Carnia.

In età imperiale romana (dal 30 a. C. al 476 d. C.) un piccolo insediamento abitativo si costituisce, ove oggi sorge Tolmezzo.

 

 

476

 

Alla caduta dell’Impero Romano si susseguono in Carnia, come in buona parte d’Italia, le dominazioni degli Eruli,Ostrogoti, Bizantini, Longobardi e dei Franchi che portano alla costituzione della contea del Friuli, (feudo imperiale con capitale Cividale) che comprende anche la Carnia e che è suddivisa in piccoli feudi vassalli dei conti.

 

 

1000

 

Tomstium (forma esatta forse Tometium = Tolmezzo) appare nominato in un elenco di borgate friulane.

 

 

1077

 

L’imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico IV (subito dopo “Canossa”, nel pieno dei poteri imperiali) dà la contea friulana al Patriarca d’Aquileia, quale feudo del Regno Italico del S.R.I. (e la Carnia vi resta - nella “patria” - per tutto il dominio temporale del Patriarca che finisce nel 1420).

 

 

1119

 

Viene consacrata la chiesa dell’abbazia di Moggio, che con tutti i suoi possedimenti è feudo del Patriarcato d’Aquileia e sui suoi territori esercita poteri temporali e spirituali (spirituali anche su qualche pieve e della Carnia).

 

 

1158

 

Varnero di Crisacco e sua moglie Berta donano beni allodiali, posseduti a Tumech (Tolmezzo), all’abbazia di Moggio.

 

 

1199

 

L’abbazia di Moggio ottiene una concessione papale per l’erezione, a Tolmezzo, di una cappella dedicata a S. Martino e che già l’anno seguente ottiene il diritto ad avere un suo fonte battesimale ed un suo cimitero, tutto sotto la giurisdizione spirituale dell’abbazia (Già esiste la pieve di S.Maria Oltre But che dipende dal Patriarca di Aquileia e a Tolmezzo, da molto prima del 1212, c’è anche il castello patriarcale con il suo borgo.).

 

 

1258

 

Il patriarca di Aquileia Gregorio da Montelongo con la concessione di benefici favorisce lo sviluppo e la crescita della comunità diTolmezzo “ove nessuno doveva avere mai signoria o giurisdizione se non il Patriarca ed i suoi successori”.

 

(Con questo Patriarca guelfo nominato nel 1251, dopo la scomunica e la morte dell’Imperatore del S.R.I. Federico II di Svevia, il patriarcato passa da mani tedesche a mani italiane.)

 

Tolmezzo, in territorio patriarcale, sulla via Iulia Augusta (che attraverso il passo di M.te Croce Carnico collega l’Adriarico al Norico) alla confluenza della valli carniche:

  • è sede del Gastaldo patriarcale di Carnia che vi abita nel castello di Tolmezzo e quindi centro di potere patriarcale (la Gastaldia di Carnia, per territorio, è tra le più vaste del Patriarcato);
  • è sede di mercato e pertanto il centro commerciale della Carnia.

 

 

 

1286

 

Anche il patriarca Raimondo della Torre concede benefici a Tolmezzo, una piccola autonomia ed il titolo di “Terra”. Per riconoscenza, con alcuni elementi dello stemma del patriarca Raimondo, il Comune costituisce il proprio stemma: “una torre con porta, sormontata da un’aquila”.

 

 

1356

 

Il patriarca Nicolò di Lussemburgo elimina dalla Carnia i vassalli patriarcali, demolisce le loro rocche o castelli (pare fossero 24) e dichiara Tolmezzo capitale della Carnia

(Tolmezzo è stata fedele al Patriarca in occasione dei contrasti che lo stesso ha avuto con la poco affidabile nobiltà friulana.)

 

(Il Patriarca è fratello naturale di Carlo IV che è Imperatore del Sacro Romano Impero e che, con la “Bolla d’Oro” del 1356, regola la nomina dell’Imperatore ed elimina ogni ingerenza del Papato nelle faccende temporali dell’Impero.)

 

Da questo momento Tolmezzo è anche la capitale politica della provincia della Carnia e l’intera provincia è chiamata alla fedeltà verso i Patriarchi di Aquileia e gli Imperatori del S.R.I.

 

 

 

Tolmezzo con la Carnia, negli anni, è :

 

 

1361

 

- fedele al patriarca Ludovico della Torre che deve contrastare le mire espansionistiche del duca d'Austria Rodolfo;

 

 

 

1380

 

fedele al patriarca Marquardo quando Trieste, caduta in potere di Venezia, viene leberata e torna ad essere il naturale porto regionale de Patriarcato (Grado è veneziana e Latisana è austriaca). Già nel 1382 con un colpo di mano Trieste diventa austriaca e per conseguenza, Venezia diventa il polo di attrazione del commercio friulano;

 

 

1381

 

fedele al francese patriarca Filippo di Alençon fino a quando Tolmezzo stessa viene assediata dagli Udinesi e dai Veneziani e, dopo aver resistito con molto coraggio a vari assalti (rimasta isolata), si arrende. Capitola anche il gastaldo patriarcale che abita nel castello di Tolmezzo. (Questo è l'episodio noto, di combattimenti che hanno avuto luogo sugli spalti delle mura di Tolmezzo, dal XIII secolo unica città murata della Carnia, ed hanno interessato anche il suo castello).

 

Da questo avvenimento in poi, Tolmezzo è con Udine e Venezia fino al 1388, quando il Papa per pacificare il Friuli costringe nel 1387 il d’Alençon a rinunciare al Patriarcato.

In questi tempi di guerra cruentissima e fratricida, Tolmezzo e la Carnia si trovano lontani dalle zone dei combattimenti, ma a volte vi partecipano.

 

(L’imperatore del S.R.I. Venceslao, vero sovrano del Friuli, nel 1383 indice la pace territoriale in tutto l’Impero e non sostiene direttamente il Patriarca, il quale ottiene l’aiuto di Francesco di Carrara signore di Padova e vicario dell’impero che, al pari di Venezia, non nasconde le sue mire sul Friuli);

 

 

1388

 

fedele, sicuramente, è Tolmezzo al patriarca Giovanni di Moravia che nel 1392 soggiorna nel Castello di Tolmezzo (forse l’ultimo Patriarca a dimorarvi) e in quell’occasione conferma Tolmezzo capitale della Carnia, concede benefici ed un nuovo stemma cittadino che raffigura “una croce bianca in campo azzurro con orlo rosso”;

 

 

1408

 

fedele (dopo qualche tentennamento) è Tolmezzo all’Imperatore e al Papa di Roma che, durante il grande scisma d’occidente (1378 - 1417) depone come ribelle il patriarca Antonio Panciera, e (con la protezione di Roberto di Lussemburgo re di Baviera e imperatore del S.R.I.) tiene un concilio a Cividale, nel 1409, che lo conferma Papa;

 

 

1409

 

fedele all’Imperatore anche negli anni che seguono quando, il Friuli è diviso in due schieramenti che si guerreggiano, da una parte c’è il Panciera, patriarca deposto, con Udine, i signori di Savorgnano e l’appoggio di Venezia e dall’altra c’è il rettore del Friuli (per conto dell’imperatore del S.R.I. Roberto di Lussemburgo) e le comunità collegate di Cividale, Gemona, Venzone e Tolmezzo;

 

(Nel 1411 vengono fatte alleanze tra le comunità collegate e Venezia ed anche stipulati patti di Udine con i duchi d’Austria.)

 

 

1411

 

fedele sul finire del 1411, quando l’esercito dell’imperatore del S.R.I. Sigismondo re di Ungheria, costituito da truppe ungheresi, entra in Friuli e le comunità collegate compreso Tolmezzo sono con l’Imperatore, contro Udine, Venezia e il duca d’Austria.

Nel 1412 prevale la parte dell’imperatore e a Ludovico di Teck viene data l’investitura temporale del Patriarcato.

Nel 1413 l’imperatore Sigismondo scende di persona in Italia ed il suo esercito si scontra violentemente con i Veneziani, anche perché manifesta il proposito di riconquistare Padova e Verona, che i Veneziani avevano tolto ai Carraresi ed agli Scaligeri, vicari dell’Impero.

Viene stipulata una tregua di cinque anni;

 

(L’imperatore del S.R.I. Sigismondo diLussemburgo in quegli anni è importante protagonista nella soluzione del Grande Scisma d’Occidente, egli infatti convince il Papa pisano Giovanni XXIII a convocare un nuovo concilio, che si apre a Costanza nel 1414 e che porta a comporre quella grave frattura della Chiesa, con la conferma del Papa di Roma.)

 

 

1418

 

- fedele al Patriarca e all’Imperatore anche quando Venezia, ormai decisa a conquistare il Friuli, allo scadere della tregua nel 1418, penetra con un esercito in territorio friulano.

 

Il patriarca Ludovico (che nel 1417 ha avuto la conferma a patriarca da parte del Papa di Roma) si trova in difficoltà, l’imperatore Sigismondo che lo sostiene è anche impegnato contro i Turchi ed in Dalmazia.

Cividale sottoposta a grandi pressioni e minaccie, nell’estate del 1419 passa dalla parte dei Veneziani.

Il Patriarca, con i suoi fedeli compreso Tolmezzo, tenta la riconquista di Cividale, che resiste. Poco dopo gli imperiali cavalieri ungheresi rientrano in patria ed anche il Patriarca lascia il Friuli.

 

 

1420

 

Nel giugno Udine si consegna a Venezia, seguita da Gemona, San Daniele e Venzone ed anche Tolmezzo con la Carnia per mezzo di inviati fa piena dedizione a Venezia, che con ducale del 16 luglio 1420 accetta “sotto la protezione e governo del Dominio nostro, confermando alla comunità predetta gli statuti, ius e consuetudini sue, volendo che si governino e reggano sotto il Dominio nostro con li modi e condizioni con cui fecero per il passato”.

In questo modo la Carnia con quasi tutto il Friuli occidentale entra a far parte della stabile, italiana, civile e ricca di cultura e di arte, Serenissima Repubblica di Venezia, proprio quando l’Europa si volge al “Rinascimento”, con determinanti invenzioni e scoperte, quali “la stampa”, ”la polvere da sparo” e la “scoperta dell’America”.

no dalle sedi patriarcali, favorisce lo sviluppo di una comunità che doveva essergli sempre fedele, Tolmezzo appunto, “...ove nessuno doveva avere mai signoria o giurisdizione se non il Patriarca ed i suoi successori”.

 

Con le suddette premesse,Tolmezzo dal 1258 ha la possibilità di svilupparsi con una comunità particolarmente moderna per quei tempi, quasi come un libero comune, se confrontata con le altre comunità friulane, che devono convivere con delle realtà feudali per la presenza di casati nobiliari che, inevitabilmente, condizionano la vita e lo sviluppo delle stesse comunità.

 

Nel 1356 Tolmezzo è fedele al patriarca Nicolò di Lussemburgo durante la guerra che lo stesso conduce contro le poco affidabili nobiltà friulane.

In quell'occasione, Nicolò elimina dalla Carnia i suoi vassalli, demolisce i loro castelli e crea la giurisdizione unica della Carnia con Tolmezzo capitale, (Nasce la Carnia.)

La varie vicinie (paesi) della Carnia sono comprese in quartieri che con i propri rappresentanti partecipano al governo di quella che è diventata la Provincia della Carnia.

 

Naturalmente, nascono dei contrasti tra le varie vicinie carniche, tra loro ed anche tra queste e Tolmezzo, ove ha luogo il mercato

ed ove ha sede il gastaldo patriarcale che presiede il consiglio della Comunità e la Corte giudicante le controversie nell'intera Carnia.

 

A questo proposito, si deve rilevare che i contrasti tra i carnici delle vicinie e Tolmezzo di cui si ha notizia, molto spesso, non sono contrasti tra le comunità periferiche e la comunità di Tolmezzo.

 

A ben guardare, ci si accorge che le vicinie carniche contestano di volta in volta, o le regole del mercato, o gli interventi degli uomini armati alle dipendenze del gastaldo, o gli obblighi imposti dal Patriarca per la costruzione di mura e fossati ecc.

Pertanto, i contrasti nascono tra le vicinie e le “istituzioni periferiche dello stato patriarcale prima e veneziano dopo”.

 

Pertanto, alla luce di queste osservazioni, non trova riscontro storico una particolare litigiosità della periferiche vicinie carniche, verso la comunità di Tolmezzo.

 

Appare evidente, invece che, pur con i limiti di democrazia ecc. del tempo, i poteri centrali del Patriarcato e della Repubblica di Venezia hannoutilizzato la fedele Tolmezzo per trainare la Carnia, dal “medioevo feudale” al “rinascimento dei comuni”, secoli prima di molte comunità friulane.

 

 

2

 

 

 C O N S I D E R A Z I O N E

 

 

 

La prima affermazione “Carnia fedele” trova riscontro nella storia locale, anche in relazione alla storia d’Italia e d’Europa, ove Tolmezzo e la Carnia risultano essere solitamente fedeli al Patriarcato di Aquileia quale feudo del Sacro Romano Impero.

 

La seconda affermazione “Carnia fedele spelonca di ladri” non trova conferme storiche e per questo, a prima vista, appare incomprensibile, perché non risulta che i Carnici siano mai stati particolarmente ladri.

 

La parola spelonca (grotta, grande casa spoglia) forse può aiutare a far comprendere la nascita ed il senso dell’affermazione che indica la Carnia con un vasto territorio, con pochi abitanti e scarse risorse, per il suo territorio montuoso con i fondo valle minacciati da vigorosi corsi d’acqua.

 

La Carnia dunque, nel Medio Evo quando il latino è la lingua ufficiale, si presenta come una terra con poche risorse ed abitata da genti povere.

 

Forse è proprio considerando questa condizione di povertà che si può capire la storia della Carnia, che nel Medio Evo non è valutata conveniente per la costituzione di un feudo con un vassallo imperiale tedesco legato al regno di Germania come succede in altri luoghi del Friuli, ma è solamente un territorio emarginato ove risiedono solo piccoli feudatari o castellani, vassalli dei conti del Friuli del Regno Italico.

 

Quando nel 1077 l’Imperatore del Sacro Romano Impero dà la contea (marca) del Friuli in feudo al Patriarca di Aquileia (che rimane feudo imperiale anche se il Patriarca viene nominato dal Papa) i vassalli dei conti del Friuli diventano vassalli patriarcali. In quei tempi viene costituita la Gastaldia patriarcale della Carnia, con sede nel castello di Tolmezzo e,

successivamente, incomincia la crescita di una forte e libera comunità a Tolmezzo che dipende direttamente dal Patriarca.

 

Nel 1356 l’eliminazione in Carnia dei vassalli patriarcali (avvenuta da parte del Patriarca Nicolò di Lussemburgo) determina in tutta la Carnia la presenza di comunità paesane, relativamente libere, (con norme che regolano i rapporti con Tolmezzo, capitale carnica, ed il Patriarcato) e che all’occorrenza sanno trovare una unità per la difesa comune.

 

La Carnia emarginata, senza nobili e castellani, viene poco coinvolta nelle guerre feudali friulane e non subisce le invasioni barbariche che si susseguono, ed avvengono attraverso i facili passi delle Prealpi Giulie o dal Canal del Ferro.

 

Si può ipotizzare che, da queste condizioni di pace e di rapporti diretti e fiduciosi con le istituzioni sociali, nasca la “fedeltà carnica”.

 

Considerando che la Carnia non è isolata e non subisce gli imbarbarimenti dovuti alle invasioni, si può pensare anche ad un suo graduale progresso, civile, economico e culturale.

 

Quindi una “Carnia fedele”,

 

non ricca ma dignitosa, più libera, ed al pari civile,

di molte importanti comunità friulane.

 

 

3

 

 

CO N S I D E R A Z I O N E


marzo 2009

 

 

 

Per comprendere la fedeltà carnica, pare opportuna una considerazione sulla nascita di Tolmezzo e della Carnia e sui loro rapporti.

 

 

Tolmezzo nasce e si sviluppa per una scelta politica patriarcale.

 

Infatti, il patriarca di Aquileia Gregorio da Montelongo (primo patriarca guelfo, nominato dal Papa dopo la more di Federico II di Svevia imperatore del S.R.I.)per una gestione del territorio di montagna lontano dalle sedi patriarcali, favorisce lo sviluppo di una comunità che doveva essergli sempre fedele, Tolmezzo appunto, “...ove nessuno doveva avere mai signoria o giurisdizione se non il Patriarca ed i suoi successori”.

 

Con le suddette premesse,Tolmezzo dal 1258 ha la possibilità di svilupparsi con una comunità particolarmente moderna per quei tempi, quasi come un libero comune, se confrontata con le altre comunità friulane, che devono convivere con delle realtà feudali per la presenza di casati nobiliari che, inevitabilmente, condizionano la vita e lo sviluppo delle stesse comunità.

 

(Gli 0rgani di governo del comune di Tolmezzo furono sempre e soltanto due; l'arengo, cioè l'assemblea di tutti i capi famiglia, ed il consiglio. In altri comuni con la presenza di una aristocrazia feudale, oltre all'arengo, c'era un consiglio "Minore" composto da soli nobili ed un consiglio "Maggiore" a maggioranza di nobili.) 

 

Nel 1356 Tolmezzo è fedele al patriarca Nicolò di Lussemburgo durante la guerra che lo stesso conduce contro le poco affidabili nobiltà friulane.

In quell'occasione, Nicolò elimina dalla Carnia i suoi vassalli, demolisce i loro castelli e crea la giurisdizione unica della Carnia con Tolmezzo capitale, (Nasce la Carnia.)

La varie vicinie (paesi) della Carnia sono comprese in quartieri che con i propri rappresentanti partecipano al governo di quella che è diventata la Provincia della Carnia.

 

Naturalmente, nascono dei contrasti tra le varie vicinie carniche, tra loro ed anche tra queste e Tolmezzo, ove ha luogo il mercato

ed ove ha sede il gastaldo patriarcale che presiede il consiglio della Comunità e la Corte giudicante le controversie nell'intera Carnia.

 

A questo proposito, si deve rilevare che i contrasti tra i carnici delle vicinie e Tolmezzo di cui si ha notizia, molto spesso, non sono contrasti tra le comunità periferiche e la comunità di Tolmezzo.

 

A ben guardare, ci si accorge che le vicinie carniche contestano di volta in volta, o le regole del mercato, o gli interventi degli uomini armati alle dipendenze del gastaldo, o gli obblighi imposti dal Patriarca per la costruzione di mura e fossati ecc.

Pertanto,i contrasti nascono tra le vicinie e le “istituzioni periferiche dello stato patriarcale prima e veneziano dopo”.

 

Alla luce di queste osservazioni, non trova riscontro storico una particolare litigiosità della periferiche vicinie carniche, verso la comunità di Tolmezzo.

 

Appare evidente, invece che, pur con i limiti di democrazia ecc. del tempo, i poteri centrali del Patriarcato e della Repubblica di Venezia hanno utilizzato la fedele Tolmezzo senza nobili, per trainare la Carnia, dal “medioevo feudale” al “rinascimento dei comuni”, secoli prima di molte comunità friulane.

 

 

4

 

 

 Riferimenti bibliografici

 

 

P. Paschini – Notizie storiche della Carnia

 

C. Puppini – Tolmezzo storia e cronaca di una città murata e della Contrada di Cargna

 

S. Marcolini – Il Duomo di Tolmezzo

 

P. S. Leicht – Breve storia del Friuli

           – Enciclopedia del Friuli - Venezia Giulia

           – Enciclopedia del Sapere

 

 

5

 

 

Scarica in pdf
Carnia Fidelis.pdf
Documento Adobe Acrobat 152.0 KB